Il commercio, specialmente quello ambulante, ha radici nella tradizione.
La sua pratica ha avuto inizio quando in Castel Baronia si lavorava il corno e si producevano pettini e bottoni.
Nel nostro paese, all’inizio del secolo scorso si contavano non meno di cinque botteghe artigiane che producevano manufatti in corno di bue .
L'artigianato per la lavorazione dell''Osso per la manifattura di pettini, fermagli, calzascarpe, manici di coltelli ecc. era una voce importante nell'economia del paese, per questo mestiere ai Castellesi venne dato l'appellativo di "SEGACORNA".
Molto devoti alla sacra icona venerata nel Santuario di Santa Maria delle fratte, questi, già molti secoli addietro, costruirono un grande Santuario a cui accorrevano da tutti i paesi vicinori per chiedere grazie ed intercessioni.
Una volta arrivate dal Lazio o dalla Toscana le lunghe corna venivano lavorate a mano. I pettini erano realizzati con le corna preferibilmente di bue adulto maremmano.
Del corno venivano tagliati 6/8 cm. d'osso e bisognava prestare attenzione perché il corno era curvo e quindi in una parte risultava più lunga nell'altra più stretto.
Ricavato il pezzo, lo si tagliava longitudinalmente e poi si riscaldava per aprirlo.
Per farlo veniva acceso un fuoco circolare e nel mezzo di questo venivano posti due mattoni sui quali si sistemava una graticola e i pezzi d'osso, in modo tale che si riscaldassero uniformemente in tutte le loro parti.
Quando il corno incominciava ad ammorbidirsi, allora era il momento in cui poteva essere aperto mediante le pinze.
Una volta aperto, veniva posto in una morsa tra una placca di legno e una di ferro e veniva lasciato così per due o tre giorni.
Passato questo periodo di tempo, il pezzo veniva sgrossato per dargli il primo abbozzo di forma. Venivano tagliati gli angoli per poterlo raschiare e lavorare con gli altri attrezzi, poi seghettato e portato alla lucidatura.
Le lunghe corna che faceva aprire a fuoco lento su una grata sotto cui ardevano carboni coperti da trucioli e segatura, una volta "ammorbidito" il corno veniva pressato e raffreddato.
Il corno veniva tagliato in tanti pezzi, uno di questi veniva incastrato nella morsa di un cavalletto di legno e dopo averlo sistemato tra le proprie gambe, con tanta pazienza, si cominciava a seghettare.
La lucidatura, infine, riservata a bambini e garzoni, veniva fatta con carta vetrata molto fine, stracci, cenere e tanto "olio di gomito.
Questi prodotti venivano portati sui mercati di tutta italia dai castellesi che durante i lunghi viaggi, per comunicare tra di loro utilizzavano il "CIASCHINO" un linguaggio convenzionale incomprensibile agli stranieri.
Quest'attività, oggi scomparsa ma molti florida sino ai primi decenni del 900, ha dato il nome agli abitanti di questo paese "SEGACORNA" o pettinari e spicciaturi, proprio dai manufatti che producevano.
"LI SPICCIATURI" erano pettini con denti piccoli e stretti molto usati per i nodi dei capelli lunghi delle donne, per la crosta lattea dei neonati, per la forfora ed anche per eliminare i pidocchi allora vera calamità.
Queste foto sono tratte da un video dell'ultimo "SEGACORNA" mio padre.
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Commenti
Le scrivo in qualità di responsabile del Museo Storico-Archeologico dell'Università del Salento (www.musa.unisalento.it).
Stiamo organizzando una mostra di archeologia sulla lavorazione dell'osso in antico. La mostra dal titolo "Artigiani dell'osso, avorio e palco.Ornamenti, utensili e giochi dalla preistoria al Medioevo" curata dalprof. Jacopo De Grossi Mazzorin, archeozoologo della nostra Università,
sarà inaugurata il 3 dicembre prossimo presso il nostro Museo sito a Lecce. Ho avuto modo di vedere il video con l'intervista a Suo padre suyou tube e Le scrivo per chiederLe se fosse possibile proiettarlo a scopo didattico nell'ambito della mostra suddetta e se Lei è in possesso di unacopia completa e di migliore qualità da poterci gentilmente far avere.
In attesa di una Sua cortese risposta, Le invio i miei più cordiali saluti
Dott.ssa Grazia Maria Signore
(Responsabile Tecnico-Scientifico MUSA)
Grazie per un gentile riscontro.
mario gastaldin
Attendo sue notizie via mail
Beth Zicar
Sono un appassionato in pettini e spazzole.
Dove si posso vedere e acquistare i vostri pettini?
Io abito vicino a Milano.
Grazie. Lorenzo Marcandalli
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